STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


ARTICOLO DA LEGGERE: ECCO I MOTIVI PER ANDARSENE DALL'ITALIA - LA DITTATURA DI LETTA E MONTI VUOLE LA DISTRUZIONE DEGLI INDIVIDUI.


video gia' visto, dove MARIO MONTI confessa che ha voluto distrurre la DOMANDA INTERNA (i consumi). 
dal minuto 2,20 al minuto 3.00 la cofessione è micidiale...PENSATE CHE QUESTA SCELTA ECONOMICA DI MARIO MONTI HA PORTATO AL SUICIDIO DECINE DI IMPRENDITORI, HA PERMESSO A MIGLIAIA DI AZIENDE DI CHIUDERE E DI ANDARSENE.
HA RIDOTTO LA LIBERTA' INDIVIDUALE E LA LIBERTA' DI CRESCERE.
HA REGALATO AI TEDESCHI IL POTERE...

MARIO MONTI E' IL PEGGIOR DITTATORE CHE L'ITALIA ABBIA MAI AVUTO E LETTA E SACCOMANI I DEGNI COMPARI

MERCATO LIBERO DA ANNI CREA OPPORTUNITA' PER LE PERSONE PER ANDARSENE, ANDARSENE CON I LORO RISPARMI FUORI DAL CONTROLLO AUTOMATICO DELLA DITTATURA ITALIANA ED EUROPEA..ANDARSENE IN PAESI CIVILI (SVIZZERA) E/O IN FORTE CRESCITA ..DA PANAMA A DUBAI.IN PAESI DOVE LE TASE NON CI SONO O SONO A UN LIVELLO CHE PERMETTONO DI CRESCERE.

pink floyd the wall animations
COME RICORDA NELL'ARTICOLO CHE SEGUE IL NOSTRO AMICO URIEL FANELLI...SE TE NE VAI DALL'ITALIA HAI FATTO LA SECESSIONE PERSONALE..MIGLIAIA DI SECESSIONISTI DISTRUGGONO L'ATTUALE STATO DITTATORIALE..ALTRIMENTI LO STATO DISTRUGGERA' I RISPARMI E LE FAMIGLIE..BRUCIERA' I SOGNI E LE SPERANZE...E QUESTO SARA' L'OLOCAUSTO FINALE.
IO NON VOGLIO VIVERE QUESTO OLOCAUSTO E ME NE SONO ANDATO . SONO FIERO DELLA MIA SCELTA E OGNI VOLTA CHE UNA PERSONA MI SEGUE...FESTEGGIO ..LA DITTATURA HA PERSO UN'ALTRA BATTAGLIA.
 
LEGGETE QUESTE BELLE RIGHE DI MESSORA..
 IN QUESTE ORE RIPORTO ARTICOLI ALTRUI..PERCHE' SONO TROPPO IMPEGNATO A FARE..A COINVOLGERE PERSONE E INDIVIDUI CHE A SCRIVERE..ESSERE PRAGMATICI E' UN DOVERE OLTRE CHE A UN IMMENSO PIACERE CHE VIENE SU DAL CUORE..DA UN CUORE CHE AMA LA LIBERTA' DELL'UOMO SOPRA OGNI COSA.

 Mario Monti: Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale.  Quindi, ci deve essere una operazione di domanda attraverso l’Europa, un’espansione della domanda“. Cosa era venuto a fare l’abbiamo sempre saputo, ma forse lui non l’aveva mai detto così chiaramente.


Come si distrugge la domanda interna? Alzi le tasse e svaluti i salari. Così la gente non ha più soldi e compra di meno. Ma non basta: lo Stato potrebbe sempre alzare la spesa a deficit, cioè investire sui cittadini, mediante politiche sociali (esempio: reddito di cittadinanza) o creando lavoro. E allora cosa facciamo? Semplice: inventiamo il pareggio di bilancio e lo mettiamo addirittura nella Costituzione, così da rendere impossibile qualunque ripensamento. Era l’equazione che ci avrebbe matematicamente reso più poveri Se costringi la somma delle entrate e delle uscite di uno Stato ad annullarsi a vicenda, allora se punti sulle esportazioni devi per forza massacrare i portafogli. E’ quello che ha fatto Monti. Perchè?

Che significa “una domanda attraverso l’Europa”? Significa innanzitutto diventare un centro di produzione a basso costo per i ricchi paesi del nord (Germania in testa), una specie di Cina europea, così da non essere costretti a comprare dai trafficanti di diritti di Pechino, per togliere il mercato all’oriente spregiudicato. Lo fai diminuendo i costi di produzione, e siccome le materie prime le paghiamo sempre uguale, bisogna pagare di meno gli stipendi e diminuire i diritti (vi dice niente la battaglia per la modifica dell’articolo 18?). Come li costringi, i lavoratori, ad accettare uno standard di vita meno dignitoso? Li getti nella crisi più nera, svendi tutto il patrimonio di economia nazionale e permetti ai nuovi padroni di delocalizzare all’estero. Gli togli le case con Equitalia. Costringi le fabbriche a chiudere: meno offerta di lavoro uguale più domanda, cioè milioni di persone senza reddito disposte a qualunque cosa pur di avere un tozzo di pane.
 
 Significa anche che se i tedeschi basano tutta la loro economia sull’export, hanno bisogno di comprare a prezzi accettabili: con un euro forte, tagliato su misura per le loro tasche, venire a fare shopping in Italia è come andare all’outlet nel periodo dei saldi. E significa anche, nel quadro di strategia geopolitica occidentale, trovare alternative per limitare lo strapotere commerciale dei brics, e magari togliere potere a quella Cina che detiene la maggior parte del debito americano. Prendi un Paese massacrato dal debito pubblico, ricattabile, ma anche industrializzato, dunque con le possibilità e le competenze produttive per soddisfare la tua domanda, e lo trasformi in una miniera a basso costo. 


Un disegno criminoso, deciso sulla testa dei popoli, senza consultarli. Una strategia complessiva che fonda tutte le sue possibilità di riuscita sull’esistenza di una élite di potere che domina incontrastata, attraverso il controllo della meta-finanza (EFSF, MES, LTRO, FISCAL COMPACT, REDEMPTION FUND…) e attraverso la costruzione di un’unica, enorme, sovranazione dove il controllo democratico è inesistente (e dove i think-tank sostituiscono i parlamenti), alla quale le evoluzioni dei socialismi europei hanno venduto l’anima, nell’illusione iniziale (condivisa con la Casa Bianca) di impedire l’ascesa di nuovi autoritarismi e di riuscire finalmente ad assicurarsi la vittoria politica che cercano da un secolo: creare una “Internazionale” finalmente vincente e definitiva. Un progetto che ha come termine ultimo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, nei quali l’Italia diventa la Calabria e Helsinky la Lombardia.

Ma resta un “ma“: quell’insostenibile anelito dei popoli alla libertà, quella fissazione verso termini e concetti desueti come “democrazia”, quell’irriducibilità a rivendicare la propria sovranità elettiva. Resta un’opinione pubblica da condizionare, da convincere che non esistono altre strade oltre a quella che Monti in Italia e Papademos in Grecia sono stati mandati a progettare, passando sopra ad ogni forma di conquista sociale, espropriando terreni dove troppi diritti sono stati costruiti, inquinando o prosciugando le falde acquifere dove i popoli soddisfano la loro sete di cultura. Resta da abbattere o contenere ogni resistenza. E allora bisogna investire fondi europei per “un’analisi quantitativa dei media”, per monitorare le comunicazioni nei paesi euroscettici, per identificare i temi più rilevanti e per assoldare una squadra di piccoli Goebbels in grado di reagire prontamente e fare una propaganda mirata (vedi The Telegraph: “EU to setup euro-election ‘troll patrol’ to tackle Eurosceptic surge“). Bisogna combattere i “populismi”, cioè chiunque insista nel coltivare la convizione che le élite non abbiano un mandato divino a governare sul cielo e sulla terra (né le loro soluzioni siano le migliori a prescindere), ma la sovranità appartenga al popolo, qualunque uso ne voglia fare. Una convinzione che si basa sul presupposto che esiste una casta di individui nobili, colti, intelligenti, saggi, che sanno cosa è bene e cosa è male, e una sterminata distesa di individui primordiali, poco istruiti ma essenziali e funzionali, tanto che secondo uno studio accreditato devono restare in apnea ,persone che devono essere educate e guidate come buoi fuori e dentro la stalla.

VIDEO DEL 1982 THE WALL PINK FLOYD. GUARDA CHE CASO ..E' SPARITO DALLA SCENA TELEVISIVA...
E' DI UNA ATTUALITA' ESTREMA E SPIEGA COME FINIRA' LA DITTATURA DELLE BANCHE CENTRALI E DELL'EUROPA DELLA MERKEL. QUESTA E' DITTATURA E COME TUTTE LE DITTATURE, PRIMA DI FINIRE PORTA CON SE DOLORE E SOFFERENZA...PER CHI LA SOPPORTA...PER CHI VA VIA INVECE INIZIA LA LIBERTA' ! SEGUI MERCATO LIBERO


E così Enrico Letta, ieri su La Stampa, inizia la sua offensiva: “Fermiamo i nemici dell’Europa“. “Se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25 per cento questo sarebbe molto preoccupante. Il rischio che il Cinque Stelle risulti il primo partito alle Europee è molto forte. Non possiamo limitarci ad essere timidi con Grillo, o soltanto placcarlo“. No, non possono limitarsi a questo. Ci vuole qualcosa di più forte. Del resto, “La possibilità che nel prossimo Europarlamento ci sia tra un quarto e un quinto di deputati euroscettici o populisti è ormai più che probabile“, si legge sempre su La Stampa di oggi, dove contro Grillo scende in campo un altro super-burocrate europeo come Martin Schulz, lo stesso che poco tempo fa si lasciava sfuggire che le banche ci starebbero truffando . C’è l’estrema sinistra greca, Syriza. Ci sono i Veri Finlandesi. Ci sono gli anti immigrati ungheresi Jobbik. C’è l’ultradestra austriaca di Strache (il successore di Haider, morto in un controverso incidente stradale). C’è Nigel Farage nel Regno Unito , a sua volta sopravvissuto per miracolo a un altrettanto controverso incidente aereo. C’è Marine Le Pen con il Front National in Francia (che un recente sondaggio accredita come il primo partito d’oltralpe). E poi, annoverato tra gli euroscettici, c’è anche Beppe Grillo in Italia. Roba da 9 milioni di elettori e che i sondaggi attestano costantemente sopra il 20%.

Ma è nelle parole di Enrico Letta che si annida la madre di tutte le contraddizioni. Letta, quello del pizzino a Mario Monti in cui lo rassicurava che avrebbe fatto tutto quanto nelle sue disponibilità, sia ufficialmente che ufficiosamente . E qui il cerchio si chiude. “Se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25 per cento sarebbe molto preccupante“. Sta dicendo che se l’Europa fosse davvero democratica, accogliendo nelle istituzioni l’esito della volontà popolare che si esprimerà nelle urne, questo rappresenterebbe un pericolo per l’Europa stessa. Sta dicendo, cioè, che l’Europa si salva solo se non è democratica, ovvero se c’è qualcuno a guidarla al di fuori del legame di responsabilità politica che lega l’eletto all’elettore. Qualcuno di elitario, di incontrollabile, che risponde a logiche diverse da quelle che esprime il popolo. Qualcuno come lui, come Mario Monti, come Mario Draghi, come Herman Van Rompuy, qualcuno da mettere a capo della Bce, del Fondo Monetario Internazionale, dell’Eba, qualcuno che diventi primo ministro di ogni singolo Stato membro, indipendentemente dalle operazioni di voto, qualcuno che faccia parte dei 17 supergovernatori che gesticono il Mes, qualcuno che rediga i memorandum da firmare per acconsentire ad ulteriori cessioni di sovranità, qualcuno che influenzi le elezioni nelle regioni periferiche dell’Europa, come ha fatto Angela Merkel in Grecia prima e in Italia due volte 


Di chi stava eseguendo gli ordini, Mario Monti, quando ha preso il potere per tagliare le pensioni e distruggere la domanda interna? Perché qualcuno glielo aveva chiesto, come dimostra anche l’ultimo duro documento del dipartimento del Tesoro Usa scritto in conseguenza dello scontro sul caso NSA: “La crescita anemica della domanda interna tedesca e la dipendenza di questo Paese dalle esportazioni hanno ostacolato il ribilanciamento delle economie proprio quando a diversi altri Paesi dell’eurozona era stato chiesto di contribuire all’aggiustamento frenando la loro domanda interna e comprimendo le importazioni. Il risultato di tutto ciò è stato una tendenza deflazionista prima dell’area dell’euro e poi dell’economia mondiale“. Glielo hanno chiesto le lobby americane, del quale egli ha perseguito a lungo il vantaggio materiale, come presidente della Commissione Trilaterale (vedi: “Monti e gli interessi delle lobby americane“)? E’ un giochetto sfuggito di mano?

Che facciano esperimenti sulla pelle dei popoli, degli imprenditori che si suicidano, di milioni di poveri che perdono il lavoro e la casa, costretti a subire e repressi con la violenza se osano lamentarsi, questo è impunemente, sfacciatamente perfino dichiarato. Già, perché, continua la stessa intervista rilasciata da Monti alla CNN: “Direi perfino che la crisi greca, se la consideriamo fin dalle sue prime manifestazioni nel 2010,  ha confermato in maniera vivida che l’Europa diventa adulta e più forte attraverso le crisi, perché potremmo essere capaci o incapaci, alla fine, a risolvere la crisi greca, ma in questo processo abbiamo raggiunto un grado maggiore di coordinazione a priori delle politiche fiscali nazionali“. A ben vedere, una specificazione di quello che aveva già detto in precedenza (vedi: “Piccoli pezzetti di sovranità nazionale che se ne vanno“) : “Nei momenti di crisi più acuta: progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. [...] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile“.

Cioè: chi se ne frega se i greci muoiono e se gli italiani si suicidano, noi dobbiamo fare gli Stati Uniti d’Europa e giocheremo con i nostri alambicchi e le nostre provette finché come per magia da una nuvoletta, pufff, uscirà qualcosa che gli assomiglia. Un circo delle pulci in cui le pulci possono solo saltare o essere schiacciate.

A maggio 2014, il loro giochino potrebbe rompersi. Ultima fermata. Poi, il capolinea.

Monti, «tornato» sotto le sembianze del ministro dell’Economia Saccomanni che, diligentemente, ogni giorno tenta (con successo) di proseguirne le dannose politiche DITTATORIALI
Pensiamo alla proposta di ridurre ancora l’utilizzo del contante. A cosa serve davvero? Nei regimi dittatoriali ogni provvedimento liberticida aveva sempre come causa un nemico. Nell’eurodittatura fiscale, in cui siamo nostro malgrado finiti, la caccia all’evasore è la scusa più gettonata. In nome di questo spauracchio ci stiamo cacciando da soli nella tonnara che Monti aveva candidamente descritto quando disse che per tassare come si deve «occorreva un monitoraggio della ricchezza che al momento ancora mancava». Ecco la verità, altro che evasione fiscale!
Costringere i soldi in banca, confinarli nei conti più spiati del mondo, dove il prelievo potrà essere effettuato semplicemente schiacciando un bottone, servirà a depredare con più facilità i risparmi degli italiani, completando il lavoro di fino già iniziato con i beni immobili. Il fatto poi che i conti fruttino alle banche ricche commissioni non guasta, anzi, può diventare un’astuta forma di ulteriore tassazione nel momento in cui, a monte, si impongano prelievi aggiuntivi proprio sugli istituti di credito. Non dimentichiamo poi che così, esattamente come con l’Iva, si comprimono ulteriormente i consumi interni, diminuendo le importazioni: il tutto torna perfettamente col disegno perverso di Monti.
Pensiamoci: la lotta all’evasione e alla crisi vietando il contante è evidentemente una bufala: dal 2010 ad oggi la soglia consentita per i pagamenti in banconote è crollata da 12.500 a 1.000 euro, se funzionasse davvero per quel che si dice, a quest’ora l’evasione dovrebbe essere azzerata e il Pil alle stelle. Invece stranamente la cifra della presunta evasione-spauracchio lievita ogni anno e la crescita è un lontano ricordo. Parallelamente però, guarda coincidenza, le tasse sui risparmi si sono triplicate. Con buona pace di quelli fissati con le «basse aliquote delle rendite finanziarie» (modo tassogeno di chiamare i risparmi utilizzato da Letta in giù), se consideriamo un 3% (ottimistico) di rendimento e il 2% di inflazione, sul guadagno reale, fra imposte e bolli, la tassazione è dell’80% (10 di interessi al netto dell’inflazione vengono decurtati da 6 per il 20% di tassa e da 2 per il bollo). Le tasse non hanno portato alcun vantaggio ma che importa, basta dire che c’è la luce in fondo al tunnel e qualcuno ci crede. Logico che a fronte di questo azzeramento dei rendimenti e messi di fronte a rischi non da poco (vedi Cipro e futura legge sul bail-in bancario) il risparmiatore possa essere tentato dal vecchio caro materasso.
Ebbene, proprio per evitare questo legittimo modo di sottrarre capitali, anche perfettamente legali, all’occhio ingordo del fisco niente di meglio della bella idea di vietare il contante. In questo modo il risparmio dell’onesto (quello del disonesto difficilmente è mai stato «al sole») è esposto alla mercé di chiunque voglia prelevarlo, magari ascoltando quell’«innocente» articoletto del Fondo monetario internazionale che pochi giorni fa suggeriva un bel prelievo secco del 10% su tutti i conti. La botta finale sulla testa del tonno contribuente chiuso nella tonnara del conto tracciato. E questi soldi a chi andranno poi? Alla «redistribuzione»? Ma ovviamente no, se ne andranno all’Europa per il fiscal compact così come se ne sono ormai andati i 51 miliardi (a oggi) pagati per i fondi salvastati.

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1 commento:

emanuele ha detto...

tutto talmente vero da apparire quasi scontato e ineludibile, inoltre non più del 10% degli italiani avrà delle cifre dignitose in banca per cui il restante 90% sarà felice dell' esproprio e della polverizzazione dei risparmi...